Fiat Ritmo

Fiat Ritmo

Passiamo a parlare finalmente di un’utilitaria, un’auto per le incombenze quotidiane di una intera famiglia. Parliamo di un’autovettura prodotta dalla casa automobilistica Fiat tra il 1978 e il 1988. Questo modello rappresenta un cambio di direzione stilistica e concettuale per Fiat, che introduce nuove soluzioni di design e tecnologia. La Ritmo è stata la prima vettura di Fiat a presentare una carrozzeria a due volumi con un’ampio portellone posteriore, creando uno stile distintivo e versatile. Dal punto di vista tecnico, è stata innovativa grazie all’adozione di sospensioni anteriori a ruote indipendenti e al motore trasversale montato anteriormente, soluzioni che hanno contribuito a una maggiore abitabilità interna e a una guida più confortevole. La vettura è stata offerta con diverse opzioni di motorizzazione, compresi motori diesel e a benzina. Nel corso degli anni, la Ritmo ha subito alcuni aggiornamenti, fino alla fine della sua produzione nel 1988. Nonostante alcuni problemi di affidabilità e prestazioni (chi non ne ha?), la Fiat Ritmo ha lasciato un’impronta nel panorama automobilistico italiano come una vettura innovativa e originale per il suo tempo. Ma entriamo ora nel dettaglio dello stile.

LO STILE ESTERNO

Il design della carrozzeria della Fiat Ritmo è stato notevole per il suo approccio innovativo e distintivo. Progettata da Bertone, uno dei più prestigiosi e innovativi studi di design automobilistico in Italia (ricordate la Strato’s Zero?), la Ritmo presenta una carrozzeria a due volumi con una particolare attenzione all’aerodinamica e alla funzionalità. Il portelloncino posteriore, una caratteristica chiave della Ritmo, rappresenta una soluzione di design audace. Questa scelta conferisce alla vettura un aspetto dinamico e sportivo, mentre al contempo garantisce una maggiore versatilità grazie all’ampia apertura verso il vano bagagliaio. L’introduzione di questa configurazione ha differenziato la Ritmo da molte altre vetture dell’epoca, conferendole un carattere unico sul mercato: proprio quello che il marketing dell’azienda aveva chiesto ai designer dell’epoca: distinzione rispetto alla concorrenza. Il frontale della vettura presenta linee pulite e moderne, con fari integrati in modo armonioso nella carrozzeria. Il paraurti in materiale plastico è per la prima volta di Fiat parte integrante della carrozzeria (la prima mondiale c’era già stata nel 1972 con l’uscita della Renault 5) e integra la fanaleria tonda, le prese d’aria asimmetriche e il logo della Casa. Linee circolari e linee diritte e filanti, in un continuo alternarsi scolpiscono una vettura che doveva farsi ricordare e inserirsi in un mercato in piena esplosione e già solcato da un’auto disegnata da Giugiaro per Volkswagen: la Golf. Le rotondità più evidenti, dopo le ruote e la fanaleria anteriore si potevano identificare nelle maniglie delle portiere e nel disegno dei cerchioni. Le fiancate sono caratterizzate da linee scolpite e nervature diritte che conferiscono dinamismo al profilo complessivo della vettura e creano un giusto elemento di contrapposizione. La parte posteriore è caratterizzata dal portellone spiovente e dal paraurti a fascia, che incorpora la fanaleria in una posizione più ribassata per facilitare i movimenti verso il bagagliaio. In sintesi, il design della carrozzeria della Fiat Ritmo si è distinto per la sua audacia e originalità, contribuendo a posizionare la vettura come un’opzione innovativa nel panorama automobilistico dell’epoca. La combinazione di forme dinamiche, soluzioni pratiche e l’attenzione al dettaglio ha conferito alla Ritmo un posto significativo nella storia del design automobilistico italiano.

LO STILE INTERNO

Lo stile interno della Fiat Ritmo è caratterizzato da un approccio funzionale ed ergonomico, con soluzioni che mirano a garantire comfort e praticità per guidatore e passeggeri. L’abitacolo riflette le tendenze dell’epoca, con elementi distintivi che contribuiscono a definire l’identità della vettura. I sedili sono progettati per offrire un adeguato supporto e comfort durante la guida. La disposizione degli interni è funzionale, con pulsanti e comandi facilmente accessibili e un cruscotto ben organizzato. L’attenzione al dettaglio è evidente nei materiali utilizzati, con finiture che conferiscono un tocco di qualità alla cabina. Il cruscotto a fascia in materiale plastico stampato presenta strumenti chiari e leggibili, con il pannello dei comandi posizionato in modo intuitivo per agevolare la gestione delle funzioni del veicolo. Le plance delle portiere sono progettate per offrire spazi di stivaggio pratici e accessibili. Gli interni, in generale, offrono un’ampia sensazione di spaziosità, contribuendo a migliorare l’abitabilità della vettura. La scelta dei materiali per gli interni è volta a garantire una buona durata nel tempo e una facile manutenzione. Tessuti, plastiche e rivestimenti sono stati selezionati con cura per conferire una sensazione di qualità agli occupanti dell’auto. Va notato che, nel corso degli anni e delle versioni della Ritmo, ci sono stati aggiornamenti stilistici e miglioramenti nelle finiture interne per adeguarsi alle richieste del mercato e alle evoluzioni del gusto dei consumatori. In sintesi, lo stile interno della Fiat Ritmo è caratterizzato da un equilibrio tra funzionalità, comfort ed estetica, con una cura particolare per dettagli che rendono l’abitacolo piacevole e accogliente per chiunque si trovi a bordo.

CURIOSITA’

Non possono certo mancare alcune curiosità su questo modello, che ha sicuramente contribuito a scrivere la storia delle utilitarie negli anni ’80:

  1. Nome nel mercato internazionale: La Ritmo era conosciuta con nomi diversi in vari mercati. Ad esempio, negli Stati Uniti era chiamata “Strada”, mentre in alcune regioni dell’America Latina era commercializzata come “Elba”.
  2. Versione sportiva: La Ritmo Abarth 125 TC (derivata dalla 105 TC e poi divenuta 130 TC) era la versione sportiva della vettura. Equipaggiata con un motore da 2 litri, era stata progettata per partecipare alle competizioni automobilistiche e aveva ottenuto successi significativi nel campo delle corse rally.
  3. Versione cabrio: La Ritmo Cabrio, basata su carrozzeria della tre porte, era caratterizzata dal montante centrale che fungeva da roll-bar e capotte in tela. L’allestimento e anche la commercializzazione dell’auto è stata affidata a Bertone. La particolarità risiede nel fatto che a libretto il nome Fiat non è presente, proprio perché la produzione era tutta eseguita presso gli stabilimenti Bertone di Grugliasco.
  4. Prima auto al mondo con airbag opzionale: La Ritmo fu la prima auto al mondo a offrire un airbag come optional per la sicurezza del conducente. Questa innovazione, però, era disponibile solo su modelli specifici e rimase una caratteristica relativamente rara a quei tempi.
  5. Il portellone posteriore: Come accennato in precedenza, il design a tre volumi con portellone posteriore della Ritmo era insolito per l’epoca e le conferiva un aspetto distintivo. Questo design è stato successivamente adottato da altre vetture, dimostrando l’influenza della Ritmo nel settore automobilistico.
  6. Produzione in diversi Paesi: Oltre che in Italia, la Fiat Ritmo è stata prodotta anche in altri paesi, come Brasile e Turchia, contribuendo a renderla una vettura globale. La partnership tra Fiat e Seat ha inoltre segnato la vendita di auto con disegno Ritmo ma a marchio Seat. Scaduto l’accordo venne commercializzato un modello con un anteriore totalmente ridisegnato sotto il nome di Ronda. Ovviamente, è evidente come siano siano perfettamente sovrapponibili.
  7. Partecipazione alla Carica delle 101: Nel 1981, un gruppo di Fiat Ritmo partecipò alla “Carica delle 101” organizzata dal mensile Quattroruote. Si trattava di una sorta di sfida endurance in cui le auto dovevano percorrere 101 giri di un circuito senza esaurire la benzina. La Ritmo ottenne buoni risultati, contribuendo a consolidare la sua reputazione di vettura affidabile.

DULCIS IN FUNDO

Accompagna questo articolo un figurino disegnato in stile anni ’70 di una ipotetica versione contemporanea del modello. Non ci siamo permessi di cambiare il concetto della contrapposizione tra cerchi e linee diritte e abbiamo voluto dare sfogo a qualche idea senza osare troppo, elogiando le caratteristiche che impattano a prima vista quando vediamo (raramente) questo modello riapparire ogni tanto sulle nostre strade, ormai solcate da veicoli elettrici e da linee importate e spesso senza carattere. Ci rimettiamo a voi. Dobbiamo continuare a riscoprire il passato oppure arrenderci alla banalità dell’attuale parco auto in circolazione?

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *